GREEN GREAT LAW – La tutela dell’Ambiente entra in Costituzione: un tema attuale come il futuro
“Sotto l’epidermide della storia, pulsano le vene del mondo. Un giorno gli uomini, guardandosi indietro, diranno che sono stato il precursore del ventesimo secolo ” dal film LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE, 2001.
Nel solco tracciato dall’autore della citazione è necessario affermare che con l’ultima riforma costituzionale si è proceduto a fare un passo decisivo verso un futuro basato sul rispetto e sulla tutela dell’ambiente. Passo che, fino a questo momento, sin dal 1948, non si aveva mai avuto modo di effettuare.
Proprio come l’autore della citazione è conscio del proprio riconoscimento storico personale, con la riforma, che sarà trattata da qui ad un attimo, si ha contezza di un definitivo riconoscimento della tematica ambientale fra i valori ed i principi reggenti un ordinamento costituzionale, quale, appunto, la Repubblica Italiana.
Infatti, l’08 Febbraio 2022, la Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, la proposta di legge volta ad inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Grundnorm Costituzionale.
L’articolo del riferimento riformatorio è, in particolare, l’art. 9 della Costituzione, la cui formazione originaria prevede: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Grazie agli interventi legislativi, è stato inserito, nel medesimo articolo, un’ulteriore previsione: “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
A ben vedere, pertanto, la tematica ambientale entra di diritto tra ciò che un ordinamento costituzionale ritiene essere meritevole di appartenenza ai valori fondamentali e che, come tali, intoccabili.
Nella presente disamina, si prenderanno in considerazione i cambiamenti più rilevanti, anche pratici, riconducibili alla riforma in questione.
Un primo cambiamento, da potersi definire come una vera svolta epocale, di pratica rilevanza, è da rintracciarsi nei vincoli nascenti per legiferare, da adesso in poi, nell’ordinamento italiano. A seguito dell’entrata in vigore della tutela dell’ambiente nei principi fondamentale della Costituzione ogni futura legge o atto avente vigore di legge non potrà che promulgarsi sulla base del rispetto dei dettami inseriti dall’intervento di riforma.
Di concerto con una attività di legiferazione, eseguita nel rispetto di tali previsioni, ad avere un vincolo ulteriore saranno i provvedimenti giurisdizionali, in materia ambientale e non, la cui attività ermeneutica presupposta, da parte di coloro che li emetteranno, dovrà svolgersi in ossequio ad una visione ancor più costituzionalmente orientata.
Senza dimenticare, peraltro, che la tutela dell’ambiente è da rinvenirsi anche in seno all’attività imprenditoriale, in forza delle modificazioni apportate anche all’articolo 41 della Costituzione , a mente del quale: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente….”.
Naturale conseguenza alla testé citata previsione sarà che chi avrà intenzione di svolgere imprese o continuare a svolgere impresa in Italia, dovrà farlo in piena conservazione e rispetto (rectius: ancor di più) dei vincoli e principi ambientali sottesi.
A ben vedere dunque, una riforma di tale portata è destinata ad avere, quale naturale conseguenza, una rivoluzione giurisdizionale e legislativa e, perché no, civile.
Cambierà addirittura il modo di percepire un provvedimento di legge o un provvedimento giurisdizionale; più controllato, più mirato ma soprattutto più conscio della quotidianità che ci attende.
Sebbene si tratti di una mera previsione, non si peccherebbe di superbia nell’affermare che questa nuova formulazione sulla tutela ambientale è destinata a mutare la nostra stessa indole e la nostra stessa civiltà: ogni aspetto del nostro vivere dovrà, vuoi giocoforza, vuoi per coscienza popolare guidata dall’intervento in questione, essere diretto ad una sempre maggiore tutela del nostro pianeta.
Per altro verso, la riforma ambientale ha il merito di accentuare, in modo pregnante, il ruolo dello Stato nella difesa dell’ambiente che pur avendo trovato, fino ad ora, pieno riconoscimento nei nuclei giurisdizionali e normativi del nostro paese, da adesso in poi avrà quella “forza definitiva” atta a dirigere tutto.
Non da ultimo, è doveroso menzionare l’accenno alle cd. “future generazioni”.
Se si è voluto fortemente un ritocco costituzionale, ancor più voluta è stata l’attenzione da dedicare alle generazioni che verranno, in vista di una restaurazione del presente e di creazione del futuro. Il futuro siamo noi, e in quanto portatori di tale responsabilità, è nostro compito operare in un mondo assolutamente ossequioso della tutela ambientale.
Per tale motivo, la riforma è soprattutto rivolta a noi: We! The young people!
Nel rispetto del fondamentale passo avanti, eseguito con la riforma di qualche giorno fa, si appalesa necessario, in ogni caso, soffermarsi su un aspetto: era necessario tale intervento riformulatore dei principi generali della Carta Costituzionale in ottica ambientale?
Non essendo questa la sede presso cui dedicare attenzione ai dati economico – sociali, derivanti da un uso di mezzi, strumenti e tecnologie di natura “green”, basti soffermarsi sull’aspetto cronologico: in vista dell’epoca che ci troviamo a vivere – intrisa di profondi mutamenti climatici e temporali – e dei risvolti economici, sociali, politici e legislativi ricollegabili ad una tutela più pregnante dell’ambiente, mai intervento legislativo fu più necessario.
Dopo avere operato una disamina gli interventi alla Costituzione, a parere di chi scrive, è essenziale rivolgere, in via generica, un monito: la riforma in esame non servirà a nulla se non saremo in grado, quotidianamente, con le nostre condotte, spesso irrispettose, di difendere l’ambiente.
Alla luce dell’intervento di riforma e dei suoi effetti, dunque, è possibile affermarlo: un giorno gli uomini, guardandosi indietro, diranno che è stato il precursore del nostro nuovo mondo.
Dott. Giuseppe Bellintani